Chiento (Chientum) Memoria. "[…] Anno domini 1483, 7 del mese di maggio [–]. Grande allegrezza hoggi nel nostro convento di Pianciano sulla riva destra del Chiento. I Magnifici Priori della Terra di Tholentino hanno comprato da noi cinque misure de olio per lo convivio che si terrà nell’occhasione delle nozze del Magnifico Signore Giovan Francesco Mauruzio con la Contessa de Montedoglio. Lo convento nacque per la preghiera et la riflessione ma fu trasformato in un locho d’insegnamento et laboro per li nostri confratelli della Marca et anco da fora, che peccavano per impatienza, precipitatione et intollerantia acciocchè cambiassero le proprie male inclinazioni raccogliendo l’uva o l’uliva dai rami e quando lo frutto doveva essere spremuta. Ognuni dei confratelli haveva la cura di alcuni ulivi che venivanci adsegnati et era necessario, con patientia et infinita sollecitudine, togliere lo nocciolo dala polpa con lo cortellino et spremere in certe picciole macine di pietra i frutti mano a mano che venivano liberati dal seme per togliere ogni acritudine. Così se dice che facìmo da tempo in questo locho, da ancor prima de quando lo Magnifico capitano Francesco Sforza prese Tholentino con la forza et portò con se tutte le nostre provvisioni de olio che, per la sua eccellentia, donò a Messer Visconti, duca de Milano. […]" fra Pietro mansueta Così era scritto in una vecchia pergamena ritrovata nel 1823, all’interno di una nicchia murata, da Catervo Mosetti di Tolentino, proprietario a quel tempo dell’oliveto e dell’antica casa conventuale durante certi lavori di sistemazione delle mura interne. Il rinvenimento destò nel Mosetti stupore e sorpresa perché egli stesso e i suoi fratelli, e prima ancora suo padre, e prima di lui, suo nonno, così da sempre trattavano olive senza sapere che l’usanza era la continuazione della tanto antica tradizione così come scritto quattrocento prima da fra’ Pietro mansueta.
Nel 1973, mio padre Agostino e mia zia Sabina fondarono l’Azienda Agricola Fattorie Brandi. Incuriositi ed intrigati dal ritrovamento nelle cantine di alcune pietre circolari – di circa sessanta centimetri di diametro – evidentemente usate come macine di piccoli frantoi manuali utilizzati per la spremitura delle olive, decisero di testare e riprendere l’antico procedimento medioevale. Ora l’olio CHIENTO (Chientum) viene ottenuto seguendo il sistema di tanti secoli fa. Oggi come tanti secoli fa per l’estrazione del nocciolo utilizziamo un aggeggio rudimentale e manuale (un coltellino) e provvediamo a spremere piccoli mucchietti di olive con le macine in pietra, ovviamente tutte nuove, ma simili a quelle ritrovate nel 1973. Con questo sistema totalmente manuale, che riprende la antichissima e specialissima lavorazione risalente al Medio Evo, utilizzata a quel tempo da fra Pietro mansueta, siamo in grado di ottenere una ridotta quantità di olio al giorno. Inoltre sull’etichetta apposta sulla bottiglina di vetro scuro, è indicato il numero della pianta d’ulivo, tra le 773 esistenti, dalla quale sono state colte le olive. Dalla allegata foto satellitare è quindi possibile “vedere” e “risalire” alla pianta d’ulivo. Andrea Brandi |